La nuova tecnica di lifting del collo detta Trampoline Platisma Plasty (TPP) o iGuide mira a ridistendere la cute del collo attraverso il particolare posizionamento a trama di fili di sospensione che hanno il compito di tendere nuovamente i tralci fibrosipresenti tra la superficie della pelle ed il muscolo del collo, il platisma.
La zona del collo, altrimenti detta “cervicale”, è la prima testimone del passare del tempo poiché è la prima nella quale si verifica il cosiddetto cedimento dei tessuti sia muscolari che epidermici.
In altre parole, con l’avanzare dell’età il platisma, ovvero il muscolo del collo, tende a rilassarsi mentre la cute che lo ricopre perde di tonicità ed elasticità. I due fattori appena descritti determinano quelli che vengono chiamati gli “anelli di Venere” che altro non sono se non quegli antiestetici solchi orizzontali che scopriamo davanti allo specchio e che testimoniano senza possibilità di smentita l’età che abbiamo anche se il resto del nostro corpo tenderebbe a dimostrare il contrario.
E’ proprio per questa ragione che oggi sia uomini che donne indistintamente pensano di ricorrere alla chirurgia estetica ed al lifting del collo in particolare.
La nuova tecnica di lifting del collo importata dagli Stati Uniti permette risultati di medio lungo termine eccellenti rispetto alle tecniche adottate in passato poiché queste ultime tendevano a “rinforzare” il muscolo del collo quindi a distanza di un tempo variabile da caso a caso, si poteva assistere al cedimento della sola cute con conseguenze estetiche discutibili.
L’intervento di lifting del collo Trampoline platisma plasty
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Quando la tecnica chirurgica iGuide è utilizzata in combinazione con quella propria della liposuzione cervicale, l’area sottocutanea è infiltrata con un fluido tumescente e la parte interessata tende a gonfiarsi come nella virtualizzazione mostrata dalla foto qui sopra.
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La rimozione del grasso in eccesso avviene con una sottile cannula simile a quella utilizzata per la liposuzione. In alcuni casi il chirurgo estetico potrebbe anche decidere di adottare la tecnica ad ultrasuoni al posto di quella classica per porre in essere la liposuzione.
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La cannula utilizzata per l’aspirazione del grasso rimane ad una profondità tale da trovarsi tra la superficie cutanea ed il muscolo del collo ovvero il platisma
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Terminata la procedura di “Tunneling” ovvero di aspirazione delle cellule adipose (adipociti – indicati in giallo nell’immagine -) “colpevoli” dell’accumulo del grasso in eccesso, lo spazio compreso tra il platisma e il derma diminuisce sensibilmente.
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Una volta terminata la fase di aspirazione, il chirurgo estetico procede con la determinazione del punto medio del mento osservando lo spazio tra gli incisivi superiori.
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A questo punto è possibile applicare la striscia adesiva iGuide (o nastro adesivo) facendo combaciare la freccia della striscia con la linea mediana del mento e facendo poi aderire la restante parte della striscia alla linea della mandibola (su entrambi i lati).
Utilizzando una penna dermografica e seguendo le aperture della striscia adesiva, il chirurgo estetico procede a marcare i punti e le linee lungo l’arco mandibolare.
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Il passaggio successivo è quello di rimuovere la guida adesiva e di evidenziare il punto di ingresso, il punto di uscita ed i due punti di snodo che servono per facilitare il passaggio del filo con cui si procede come descritto più avanti.
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Una volta terminata la fase di aspirazione, il chirurgo estetico procede con la determinazione del punto medio del mento osservando lo spazio tra gli incisivi superiori.
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Attraverso le precedenti incisioni e con lo strumento detto scollatore si procede appunto a scollare i tralci fibrosi prossimi ai fori eseguiti con lo stiletto, al foro d’ingresso e di uscita nonché ai due punti di snodo.
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Eseguite le operazioni di preparazione, è la volta di procedere con il filo di sospensione agganciato al manipolo che presenta una piccola luce alle sue estremità e che serve da guida sottocutanea durante le fasi successive.
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Attraverso il foro di ingresso posto sul collo, si inserisce il manipolo sottopelle, ed a questo punto il chirurgo estetico si serve della luce per capire a che profondità cutanea sta operando, se la posizione del manipolo a cui è agganciato il filo di sutura è in posizione corretta la luce assumerà una colorazione più vicina al bianco.
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Dall’immagine sopra si può avere un’idea di ciò che accade sottopelle e della profondità cutanea corretta a cui procedere. La luce-guida, infatti, si trova tra la cute ed il muscolo del collo (platisma) ed è seguendo questo piano ideale che il manipolo viene spimto fino a raggiungere il primo punto marcato in precedenza all’altezza della fine della mandibola (accanto al lobo dell’orecchio).
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Se inserendo il manipolo attraverso il collo la luce assumesse una colorazione più vicina al rosso (vedi foto), il chirurgo capirebbe di essersi spinto troppo in profondità.
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La foto sopra mostra chiaramente l’errata posizione della punta del manipolo che ha superato il sottile strato muscolare quindi è necessario che il medico estragga leggermente lo strumento per portarlo leggermente più in superficie (si tratta di pochissimi millimetri ma che fanno la differenza tra un lifting del collo con risultati ottimali ed uno che invece non soddisferà le aspettative del paziente).
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Seguendo un piano ideale il filo di sospensione è spinto dallo strumento guidato dal professionista fino ad uscire dal primo punto accanto al lobo dell’orecchio.
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Lo strumento che trasporta il filo viene fatto uscire quasi interamente dal punto sulla mandibola ma stando ben attenti a non farlo uscire completamente
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La linea verde tratteggiata indica la prima parte della trama che il Dr. Clemente Zorzetto sta “tessendo” e che, una volta ultimata, permetterà la ri-trazione della cute e del muscolo del collo (in altre parole, la trama permetterà alla cute di aderire nuovamente al muscolo ponendo in essere il lifting del collo).
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A questo punto si è pronti per il secondo passaggio che ha lo scopo di unire il primo punto con quello di snodo.
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Il medico provvede a cambiare la posizione del manico dello strumento guida.
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In questa situazione, invece di spingere il manipolo, il chirurgo tira lo stesso
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Anche in questo secondo passaggio la colorazione della luce-guida è di fondamentale importanza poichè assicura l’operatore sulla corretta profondità a cui muoversi.
Il punto di snodo funge idealmente da perno, permettendo infatti la rotazione dello strumento ed il raggiungimento del primo punto marcato sulla mandibola sul lato opposto rispetto al precedente. Senza questo punto intermedio, sarebbe impossibile raggiungere correttamente la parte opposta della mandibola.
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Questa fotografia consente di vedere il campo operatorio dal punto di vista del chirurgo ovvero esternamente, e, virtualmente, ciò che succede sotto cute.
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Teso il secondo tratto di trama, la posizione del manico dello strumento guida viene cambiata nuovamente per procedere con il terzo tratto.
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Per evitare spiegazioni ripetitive che potrebbero anche confondere i non addetti ai lavori che leggono, il chirurgo estetico Clemente Zorzetto lascia alle immagini il compito di descrivere e mostrare le varie fasi successive del lifting collo con la tecnica iGuide.
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Cambio posizione del manico.
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Completamento del quarto tratto di trama.
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Quinta ed ultima congiunzione.
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Arrivati a questo punto dell’intervento chirurgico di lifting collo tutti i punti sulla mandibola e sul collo sono stati uniti tra loro attraverso il filo di sospensione trasportato dal manipolo. Non resta altro da fare che cominciare la seconda fase.
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Sempre iniziando dal punto di ingresso marcato sul collo, il medico inizia la seconda parte dell’intervento che mira ad unire tra loro le line evidenziate in precedenza sulla mandibola utilizzando la penna dermografica e la striscia adesiva iGuide.
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Primo passaggio della seconda parte dell’operazione.
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In quest’ultimo passaggio della seconda fase è possibile notare le linee verdi tratteggiate indicanti la posizione sottocute del filo di sospensione che, guidato dal chirurgo, ha creato una vera e propria rete di contenimento nella metà superiore del collo (quella che si desidera riposizionare).
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Ultimati tutti i passaggi, si notano le due estremità dello steso filo di sospensioneche fuoriescono dal punto di uscita nella parte bassa del mento (o, in alcuni casi, sotto il mento).
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La foto del profilo della paziente virtuale mostra chiaramente le due estremità del filo e la cute del collo non ancora tesa.
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Durante l’ultimo step il Dr. Clemente Zorzetto procede a tendere il filo agendo opportunamente ora sull’una ora sull’altra estremità ed allo stesso tempo, aiutandosi con le dita, a massaggiare il collo fino alla mandibola per assicurarsi che la trama appena terminata non vada a creare avvallamenti.
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Dalla sezione mostrata in figura è possibile notare la ri-trazione dei tralci fibrosi ad opera del filo di sospensione. Durante la trazione è importantissimo da parte del chirurgo estetico valutare correttamente il grado di tensione da applicare poichè è da detta tensione che dipendono gli esiti del lifting collo. Se si applica una scarsa trazione si avranno risultati “da mezzo lifting” mentre se si esagera, la pelle apparira troppo tirata causando notevoli fastidi al paziente (anche nel lungo periodo) e bruttissimi risultati estetici.
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L’animazione del’immagine a sinistra mostra la classica foto prima e dopo il lifting al collo platisma plasty portato a termine dal chirurgo estetico Clemente Zorzetto utilizzando la nuova procedura di chirurgia estetica detta iGuide made in USA (California).