Durante l’intervento chirurgia estetica del seno di mastoplastica additiva utilizzare la tecnica chirurgica che prevede il posizionamento della protesi immediatamente sotto la ghiandola mammaria risulta particolarmente efficace nei casi di evidente rilassatezza della mammella (ptosi) quindi in presenza di seni moderatamente cadenti a causa di gravidanze e prolungato periodo di allattamento, sensibile perdita di peso o, più semplicemente, a causa dell’inesorabile passare degli anni e della forza di gravità.
Posizionando la protesi in sede retroghiandolare ed immediatamente sopra al muscolo pettorale (detto Grande Pettorale) il chirurgo plastico e medico estetico dott. Clemente Zorzetto, presente a Padova, Milano, Roma, Bologna, Londra, è in grado di ridare maggiore pienezza al seno poiché è in questa area/strato che lo svuotamento e la perdita di elasticità del tessuto mammario causano i maggiori ed evidenti effetti.
Proprio per il fatto che le protesi utilizzate per mastoplastica additiva sono poste al di sopra del muscolo pettorale non sono influenzate dai movimenti di quest’ultimo e non subiscono quindi variazioni di forma in caso di contrazione del muscolo stesso.
Anche il decorso post-operatorio (dopo la mastoplastica) ne beneficia quando la protesi alloggia immediatamente sotto la ghiandola mammaria rispetto alla posizione sottomuscolare (indipendentemente dalla profondità).
Tra i possibili svantaggi del posizionamento retroghiandolare durante l'intervento di chirurgia estetica di mastoplastica additiva, possiamo dire che aumenta il rischio di contrattura capsulare (già congenito in alcune pazienti) e nel caso in cui questa si verifichi, la sede così in superficie della protesi, ne evidenzia gli effetti (tra i quali ricordiamo la possibile deformazione dell’impianto protesico che, nei casi più gravi, comporta un nuovo intervento di mastoplastica additiva allo scopo di eliminare chirurgicamente la capsula fibrosa e sostituire le protesi).
In caso di assottigliamento cutaneo, il posizionamento sottoghiandolare tende ad evidenziare maggiormente i bordi delle protesi rendendole, di conseguenza, anche più percettibili al tatto ed alla vista rivelando il ricorso alla chirurgia estetica ed alla mastoplastica.
Altro lieve svantaggio è riscontrato durante la mammografia poiché la presenza delle protesi potrebbe costringere il tecnico radiologo a sottoporre la paziente ad effettuare diverse lastre in posizioni differenti (diverse proiezioni).